29/03/2024 13:20

Black Christmas, il Concerto di Natale che non ti aspetti Nella piazza del MUSE arrivano gli Stregoni

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Sabato 21 dicembre, alle ore 21 la band itinerante fondata da Johnny Mox e Above the Tree arriva al MUSE Museo delle Scienze di Trento. In più di due anni sono quasi 3000 i rifugiati saliti sul palco di Stregoni per raccontare, attraverso la musica, emozioni e storie in un laboratorio-live in continuo divenire.

Che cosa fanno a Natale i migranti richiedenti asilo? Molti passeranno la giornata al telefono o in chat con le loro famiglie, altri invece non avranno nulla da festeggiare, semplicemente perché non l’hanno mai fatto, o perché la loro religione non lo prevede. Tanti di questi ragazzi, che vivono alla residenza Fersina o presso la residenza Brennero di Trento, giovedì 21 dicembre saranno al MUSE, nella sua grande piazza coperta, per Black Christmas: il Concerto di Natale di Stregoni, la band itinerante fondata da Johnny Mox Above the Tree che in due anni ha interagito e suonato sui palchi di tutta Europa con più di3000 rifugiati. Il Museo delle Scienze apre così le porte della sua piazza e si mette in ascolto, come in una agorà contemporanea, delle mille storie del mondo.

Quanto conosciamo, infatti, della musica e dei vissuti che arrivano nelle nostre città attraverso i migranti? Stregoni è il tentativo di comprendere attraverso il linguaggio sonoro quello che sta accadendo dentro e fuori dai confini di un continente segnato dalla più grande crisi politica dalla nascita dell’Unione.

Un vero e proprio laboratorio musicale dal vivo, che attraverso una serie di concerti-workshop, organizzati  sia nei centri profughi che nei club, cerca di raccontare quello che accade ogni giorno non in mare, non ai confini del deserto, ma nelle nostre città.

Partendo dalle musiche ascoltate dai rifugiati e dai richiedenti asilo e custodite nei loro smartphone, Johnny Mox e Above The Tree realizzano dei loop in tempo reale che costituiscono un punto di partenza, un frammento sonoro da cui creare composizioni originali.  “Stregoni si occupa di creare uno spazio aperto di confronto. Da subito abbiamo ritenuto che una band tradizionale non bastasse per rappresentare i nostri intenti e cosi abbiamo cominciato proprio abbattendo i confini della band. Non ci sono membri fissi: in ogni città in cui siamo stati abbiamo suonato con persone diverse, circa 3000 in un anno e mezzo tra Italia e Europa“- racconta la band.

cellulari rappresentano il principale oggetto narrativo del progetto Stregoni e di questi viaggi di nomadismo digitale. Senza uno smartphone arrivare in Europa è impossibile.
Le ricariche telefoniche sono utilizzate al posto del denaro contante come pagamento per il consumo di beni, i telefonini offrono uno strumento prezioso come il Gps, contengono centinaia di fotografie e video ma soprattutto tanta, tantissima musica.

Da quei suoni comincia il viaggio di Stregoni. Una colonna sonora che vuole raccogliere tutte le voci e le musiche di chi si sposta a fatica lungo i confini del Vecchio Contintente. 

 Electro-tribalismo, hip hop, psichedelia, afro e gospel si fondono con la musica che risuona nella cuffie dei migranti respinti alla frontiera. Sul palco assieme a Johnny Mox e Above the Tree ci sono di volta in volta musicisti di ogni estrazione e provenienza in un vero e proprio laboratorio-live di Stregoneria.

L’obiettivo finale del progetto Stregoni è di ripercorrere la strada dei migranti da Lampedusa a Malmö in un lungo viaggio verso nord realizzando un documentario che possa raccontare un’Europa diversa da quella che chiude le frontiere e che fino ad ora si è mostrata incapace di dare una risposta politica forte a questa emergenza umanitaria mondiale.

Il concerto al MUSE sarà parte del documentario Stregoni, diretto dal regista Anush Hamzehian. Prodotto da Sunset Press e sostenuto da Trentino Film Commission e acquisito dalla televisione pubblica francese, racconta la nascita ed evoluzione del progetto, concentrandosi sui momenti di vita che seguono l’approdo in Italia, il confronto quotidiano, la ricerca di normalità e di futuro dei richiedenti asilo.

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